Mi piego ma non mi spezzo! Le 5 regole del manager resiliente

di Claudio Saporito – Sales Director di Intoo e Luca Varvelli – Amministratore Delegato Gram
(da un confronto tra amici su alcuni testi di Pietro Trabucchi-Psicologo).

 

In tutti i colloqui di selezione gli head hunters o i direttori del personale richiedono ai manager nuove soft skills; tra queste allenare la resistenza, la forza di volontà…in una parola la resilienza.

Ma cosa si nasconde dietro questo termine? Da Wikipedia:

La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento:

Definizione manageriale: persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le avversità, l’insuccesso, la solitudine e la sfortuna.

La resilienza in metallurgia è la resistenza alla rottura dinamica ricavata da una prova d’urto, è il contrario della fragilità. Deriva dal latino “resalio” iterativo di salio, che è il gesto di risalire sulla barca capovolta dalla forza del mare.

La differenza della intensità delle motivazioni umane si misura proprio nel loro grado di resilienza. Gli altri animali non sanno apprendere dalle sconfitte, esercitare la speranza nei contesti più sfavorevoli, rialzarsi e ricominciare a ricostruire da capo dopo le sventure.

La resilienza è una capacità cognitiva, cioè si può apprendere. Va coltivata ed allenata perché è una disciplina che deve essere nel DNA del manager del 21°secolo.

A tutti noi può capitare un momento difficile, un momento “no”: un licenziamento, una bocciatura, una triste separazione, un problema di salute. Sono esperienze che fanno parte della nostra vita ma l’importante è come ognuno di noi affronta questi momenti, nella giusta maniera ed auto-motivazione.

Nelson Mandela diceva “La maggior gloria della vita non sta nel non sbagliare mai, ma nel rialzarsi dopo ogni caduta”.

Solitamente non è il ragazzo più studioso (il secchione!) che riesce ad avere più successo nella vita professionale, ma quello più motivato, più tenace …più resiliente. Come nello sport e nella musica: i più grandi sportivi non fanno quasi mai riferimento a propensioni naturali o al loro talento, ma quasi tutti mettono l’accento sull’impegno e sulla dedizione all’allenamento, per diventare un ottimo esecutore, un ottimo musicista, quello che al contrario fa la differenza è il numero di ore che lui/lei passa con il proprio strumento.

Ma la differenza con gli atleti e musicisti è che il manager è sempre in gara …e non sono previsti allenamenti!

Il manager nasce o può diventare resiliente?

Socrate: lascia che i tuoi figli abbiano sempre un po’ di freddo e un po’ di fame se vuoi che siano felici.

Sicuramente alcuni fattori della nostra educazione familiare, della nostra crescita possono influire, creare delle basi o diventare elementi distruttivi per una persona resiliente: il genitore troppo possessivo, che non lascia autonomia ai figli perché è sicuro che da soli non ce la faranno, non aiuta a crescere adulti resilienti; più li aiuta, più li demotiva perché li convince che non saranno capaci.

Ma resilienti si può anche diventare! E’ soprattutto una questione di testa, accettando eventi negativi come momentanei e circoscritti; le difficoltà, come diceva Seneca, rafforzano la mente così come il lavoro irrobustisce il corpo.

Di seguito 5 regole per aumentare la propria resilienza:

  1. Abbi una visione positiva e ottimistica che ti aiuterà ad aspettarti dalla vita nuovi successi e cose nuove; non tutto può andar bene, ma se non affronti le cose con un pizzico di ottimismo tutto sarà più difficile. Invece di perdere tempo a maledire il buio…prova ad accendere la luce. Gli esseri umani sono progettati per affrontare con successo le avversità e davanti ad un problema concentrati sulla soluzione.
  2. Impara dal passato, fai tesoro dei tuoi errori, su questi costruirai i tuoi successi, non perdere la speranza di fronte alle sconfitte e alle frustrazioni. Saper perdere, saper incassare, stringere i denti, incamerare delusioni perseverando, patire disagi della mente e del corpo senza battere ciglio.

L’insuccesso, diceva Henry Ford, è la possibilità di ricominciare in modo più intelligente.

  1. Il mondo cambia …e tu non lo puoi fermare. Accetta che il cambiamento faccia parte della tua vita e da questo possano nascere nuove opportunità. Se ci crediamo non è detto che le coglieremo ma scateneremo reazioni biochimiche positive.
  2. Trova la giusta auto-motivazione per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.

Essere motivati non è una condizione eccezionale, un fattore esterno, una merce rara, un dono occasionale; per la nostra specie è invece la norma ed è uno dei segreti del successo dell’evoluzione umana, la capacità di auto motivarsi e di mantenere per lunghissimo tempo la motivazione.

Gli ingredienti dell’automotivazione sono impegno, divertimento, controllo.

L’impegno è ciò che fa la differenza, se riteniamo un obiettivo non raggiungibile, non lo raggiungeremo, se ci crediamo non è detto che lo raggiungeremo ma scateniamo biochimiche positive.

Il divertimento, il senso dell’umorismo e dell’autoironia è un grande fattore di resilienza.

Il senso del controllo nasce dall’essere coinvolti nell’azione, non darsi alibi, avere il polso della situazione di ciò che si sta facendo. Il piacere di “farcela” è un piacere molto più antico, più stabile, più intenso e più profondo del piacere di vincere.

  1. Cerca di volerti bene, coccolati, perché tu sei importante, non dimenticarlo, crea rapporti e relazioni sociali, trova obiettivi realizzabili e realistici e quando li hai raggiunti ….PREMIATI !

I manager per continuare a crescere, trovare nuove opportunità all’interno e all’esterno della propria azienda, per uscire da una eventuale crisi personale o professionale, devono tirare fuori questa energia, piegandosi ma senza MAI spezzarsi.

Claudio Saporito
Sales Director

 

 

2021-03-16T11:49:07+00:00 marzo 15th, 2021|blog|