Saper accettare la sfida del cambiamento
Nel mio precedente articolo “Consapevolezza: per vincere le sfide del futuro” ho condiviso con voi, l’importanza di avere la consapevolezza, di ciò che sta accadendo intorno a noi, delle relative conseguenze che si possono generare all’interno della nostra azienda, al fine di capire quali soluzioni adottare per colmare il gap, che se non risolti, possono minare lo sviluppo dell’impresa.
Oggi la grande sfida che le moderne imprese devono essere in grado di cogliere è quella di gestire il cambiamento, farsene interpreti, non subirlo. Cambiare approccio, in base a questa nuova prospettiva, vuol dire ridefinire la cultura aziendale: l’organizzazione deve prepararsi al nuovo, all’inaspettato, imparando a gestirlo traendone anche nuovi stimoli e input. In sintesi è necessario trasformarsi in “change leaders“, in soggetti, cioè, che cavalcano il cambiamento e non lo subiscono passivamente, ma lo elaborano in maniera proattiva, diventando agili e flessibili, altamente adattabili.
Riteniamo che il mondo è sempre più Vuca. In questo nuovo ambiente, è sempre più pressante e più difficile, avere una visione chiara, o una prospettiva precisa, grazie alla quale prendere decisioni e valutare situazioni. In questo humus destabilizzante e altamente variabile, le aziende navigano a vista alla ricerca di punti di riferimento, che possano aiutare ad orientarsi e a gestire incessanti sfide, ovviamente supportati dalla direzione fissata, da una valida strategia aziendale.
Ma che osa vuol dire Vuca?
Volatility (Volatilità): si definisce volatile qualcosa che non è destinato a durare, che cambia repentinamente e non trova stabilità e strutturazione. Negli ultimi anni il sistema, il mercato e il mondo intero hanno vissuto eventi e situazioni che tanto hanno contribuito a rendere la realtà instabile.
Uncertainty (Incertezza): in un ambiente instabile è davvero difficile rintracciare delle certezze, soprattutto se si pensa che molte cose, dettate dalle esperienze passate, potrebbero non avere più alcuna validità, poiché destinate a scomparire, nel continuo mutamento e creazioni di realtà totalmente differenti.
Complexity (Complessità): il continuo evolvere del contesto, accompagnato da un rapido progresso tecnologico, aggiunge variabili sempre più numerose, sia nelle possibilità, lavorative e di vita, che nelle relazioni, intessendo una fitta trama di complessità, con la quale rapportarsi.
Ambiguity (Ambiguità): la complessità non è sempre, per definizione, di facile interpretazione e sempre più frequenti sono le situazioni in cui non si comprende bene con che cosa si ha a che fare.
Stiamo attraversando, quello che viene definito “momenti zero”, che rappresentano l’opportunità per un nuovo inizio, una rinascita. È come quando inizia un nuovo campionato di calcio: tutte le squadre hanno zero punti in classifica, palla al centro e non conta chi ha vinto il campionato precedente. Questo vale anche per le aziende: tutto quello che hanno fatto sino ad oggi è servito per arrivare ad oggi, ma non potrebbe essere sufficiente per il futuro.
Si tratta di un vero e proprio percorso evolutivo, la cui piena riuscita è un alto grado di adattabilità dell’organizzazione, partendo da una evoluzione della mentalità (mindset) dell’imprenditore, per arrivare ad una trasformazione della strategia e di conseguenza dell’organizzazione.
Condivido con voi una frase di Richard Branson un imprenditore britannico, uno di quelli veri, di quelli capaci di tirare su un impero da almeno 5,2 miliardi di dollari secondo Forbes, che sintetizza quanto sopra riportato: “A volte è necessario indirizzare l’azienda verso una nuova strada, perché le circostanze e le opportunità sono cambiate.”
Giorgio Roveri
Amministratore Delegato Provide srl